Come regolarsi nelle presunte mariofanie come quella di Trevignano Romano? Risponde il mariologo padre Gian Matteo Roggio: «Attenti, le false apparizioni tolgono alla fede»
Vero fenomeno soprannaturale o inganno? Nel frattempo, assieme agli incontri di preghiera, a Trevignano Romano è fiorita tutta un’attività di vendita di statuine, opuscoli e gadget vari. La Chiesa, attraverso il vescovo di Civita Castellana, Marco Salvi, ha affidato a una commissione di esperti il compito di fare luce sulla vicenda.
«Le “istruzioni per l’uso” in casi come questo sono pubbliche, nel senso che chiunque può trovare su Internet le “norme per discernere su presunte apparizioni”, fissate dalla Congregazione per la dottrina della fede. Potremmo riassumerle in tre punti fondamentali.
Il primo è capire cosa davvero sta succedendo al di là del passaparola mediatico.
Il secondo punto è verificare quali sono i caratteri dell’evento: quale spinta alla testimonianza cristiana ci offre? Chi sono le persone coinvolte? Qual è il loro stile di vita? Quale la loro attendibilità? Sono racconti di visioni? Sono racconti di messaggi? Ci sono fenomeni che accompagnano le une o gli altri?
Il terzo punto, infine, è fornire una valutazione. Dire, cioè, se quello che accade porti i segni di Dio oppure no».
Nel caso di Trevignano, la presunta veggente sostiene non solo di vedere la Vergine, ma di raccoglierne anche i messaggi. Che fare?
«In presenza di presunti messaggi», prosegue padre Roggio, occorre verificare, innanzitutto, se siano conformi alla fede e alla morale. Verificare, cioè, che non vi sia qualcosa che vada contro l’una e contro l’altra, quanto piuttosto qualcosa che si configuri come spinta a vivere entrambe».
È rispetto alla fede che va valutata la presunta ricezione di messaggi da parte della Madonna: «I fenomeni autentici aggiungono. Quelli non autentici, per tutta una serie di motivi, tolgono. Possiamo guardare, ad esempio, a Lourdes: c’è stata un’ondata di presunti veggenti che non è stata riconosciuta dalla Chiesa. Ondata che ha tolto all’evento ritenuto autentico, ovvero l’esperienza di Bernadette, quella capacità di comunicazione che doveva avere. Simile è anche il caso di Kibeho, in Africa, dove accanto alle tre veggenti a un certo punto si è sviluppata una pletora di presunte veggenti che ha tolto centralità a ciò che, invece, doveva rimanere centrale».