«Grazie a un’amica, la Carrà si innamorò di Padre Pio di Pietrelcina e condusse una grande serata Rai  a lui dedicata. Da allora andò spesso a San Giovanni Rotondo»

A mettere Raffaella Carrà in contatto con la realtà di San Giovanni Rotondo, con Padre Pio e, probabilmente, a consentirle di iniziare un cammino di fede è stata una sua amica di vecchia data e quasi sua coetanea: Elena Balestri. Il suo nome non è molto noto al grande pubblico, ma è ben conosciuto a chi opera nello spettacolo, avendo lavorato per 40 anni in Rai, fino a diventare vicedirettrice della seconda rete e, negli ultimi anni, coordinatrice editoriale di Rai Giubileo. Fu proprio in questa veste che la incontrammo, perché la Celebrazione per la beatificazione di Padre Pio fu considerata e, di fatto, divenne una “prova generale” del grande Anno Santo del 2000, dal punto di vista mediatico e organizzativo.

Con Elena, già impegnata nell’Unitalsi e devota della Madonna di Lourdes, si instaurò subito un rapporto di amicizia, con chi scrive e con i frati, rimasto vivo fino alla sua morte, avvenuta nel 2014. La grande sintonia ci indusse a rivolgerci a lei per cercare una madrina per l’inaugurazione della sede della neonata Tele Radio Padre Pio. Ne parlò subito a Raffaella Carrà che era in pena per suo fratello, a cui aveva no scoperto un tumore al cervello. La sua risposta positiva fu accompagnata da una non casuale spiegazione: «Non si può sempre e solo chiedere». Evidentemente qualcosa era già scattato in lei, portandola ad alzare lo sguardo in alto, quantomeno per «chiedere».

Così, il 19 maggio 2001 la poliedrica artista tagliò il nastro purpureo dinanzi all’ingresso dell’emittente dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo, sotto lo sguardo del cardinal Pio Laghi che subito dopo benedisse i nuovi locali. In quella circostanza Raffaella Carrà cominciò ad approfondire la sua conoscenza di Padre Pio, non solo grazie ai racconti dei suoi confratelli, ma anche rivedendone i suoi vari aspetti nel loro stile di vita. Fu quindi naturale, negli incontri che seguirono, pensare a un evento televisivo in occasione della canonizzazione del frate di Pietrelcina, programmata per il 16 giugno 2002.

Le professionalità di Elena nella produzione, di Raffaella nella conduzione e di Sergio Japino nella regia si incrociarono con quella di un altro grande devoto del cappuccino, Bibi Ballandi. Si unirono a loro Gaetano Castelli per la scenografia, Franco Ferrari per la fotografia e Leonardo De Amicis per dirigere l’orchestra. Nacque così L’uomo che si innamorò di Dio, firmato da Ivano Balduini, Raffaella Carrà, Paolo Logli, fr. Luciano Lotti, Sergio Japino e Massimo Santoro, uno spettacolo in cui le canzoni interpretate da alcuni dei più illustri esponenti della musica leggera sono divenute preghiere in musica e in cui le interviste si sono trasformate in testimonianze di fede.

Nella conferenza stampa di presentazione, la conduttrice non esitò a rivelare: «Io mi sto innamorando piano piano di Padre Pio. Io non lo conoscevo tanto. Dopo che ho visto un film in televisione, mi hanno colpito la sua grande energia, il suo carisma, il suo volere per i malati cose straordinarie, dal punto di vista logistico e del rapporto umano da parte dei medici e degli infermieri».

Durante la diretta, poi, non seppe trattenersi, dinanzi alla pubblica confessione di Riccardo Cocciante di pregare solo «ogni tanto», dal replicare: «Male! Io non ho nessuna autorità per dirlo, ma veramente pregare fa benissimo!».

Lo spettacolo, realizzato nella suggestiva cornice della quindicesima stazione della monumentale Via Crucis di Francesco Messina, a San Giovanni Rotondo, andò in onda domenica 23 giugno – una settimana dopo la canonizzazione di Padre Pio – in prima serata su Rai 1 e fu un successo: risultò il programma più visto del prime time e sfiorò il 26% di share.

Successivamente Raffaella ha continuato a frequentare, da semplice pellegrina, la città garganica. Ma un giorno arrivò a uno dei frati una drammatica telefonata di Sergio Japino: «Raffaella sta molto male, non ha neppure la forza di alzarsi dal letto e chiede se puoi venire a celebrare la Messa a casa sua». La disponibilità fu immediata, ma l’evoluzione del tumore polmonare fu più veloce. Spegnendosi, però, la showgirl riuscì a esprimere il desiderio che le sue ceneri, prima della tumulazione, fossero portate a San Giovanni Rotondo. Segno che quel legame stava già superando la soglia dell’eternità