Il professore e scrittore di Pordenone Enrico Galiano ha parlato alla Gmg di Lisbona davanti a 70mila giovani in occasione della festa degli italiani. «Credere, qualunque sia il tuo credo, è un tetto che ti protegge dalla grandine e che ti tiene in salvo»

È appena atterrato in Italia Enrico Galiano, il professore e scrittore di Pordenone più amato dai ragazzi. È tornato da Lisbona dove è stato invitato a parlare alla festa dei giovani italiani davanti a 70mila persone durante la Gmg 2023. Sorride quando gli chiediamo com’è stato salire su quel palco… «Ho provato la stessa sensazione che provi quando entri in una classe nuova e sai che hai pochi secondi in cui giocarti tutto; sai che loro non hanno filtri né remore per farti capire se ti apprezzano oppure no. E questo ti porta a buttar giù le maschere».

Prima di salire gli organizzatori gli avevano suggerito di “non guardare i ragazzi negli occhi, ma l’orizzonte”, ma non gli è stato possibile: «non ce la faccio. Io ho bisogno del contatto visivo. Ma un conto è avere 25 paia di occhi che ti guardano, un conto è averne 70mila. È stato un momento molto forte, con un’energia unica che saliva da lì; immediatamente si è creata una connessione».

Galiano per l’occasione è stato chiamato a testimoniare i suoi fallimenti: «Ho iniziato il mio intervento con una storia autobiografica semplice, banale e subito ho percepito che c’erano e che mi ascoltavano nonostante prima di me ci fosse un dj che li faceva ballare. Non è facile collegarsi a uno che ti parla di fallimenti e sogni interrompendo magari la sua canzone preferita! Ma lo scoglio è stato definitivamente superato quando una frangia di loro ha iniziato a urlarmi “scemo, scemo” (ride, ndr). Perché nel mio racconto dicevo quanto è stata la paura di fallire a portarmi a fare scelte sbagliate e gli ho fatto l’esempio di quella volta in cui, seduto sul divano della ragazza così amata e senza nessuno in giro per casa, invece di baciarla le ho detto che dovevamo essere solo amici. Il coro è nato spontaneo, ma voleva dire che mi aveva ascoltato davvero».