Lo sfruttamento delle risorse naturali, «di uomini e donne privati della loro dignità, di interi popoli», non si spiega soltanto come «il risultato di un sistema economico sregolato e votato al profitto»: esso è un «effetto del peccato che è entrato nel mondo e la prova che siamo ancora in un combattimento che ci chiama a scegliere Dio, ad aderire al suo disegno di salvezza in Cristo». Lo ha sottolineato il cardinale Michael Czerny durante la celebrazione eucaristica presieduta in occasione della festa di san Gabriele arcangelo, patrono di quanti lavorano nel campo della comunicazione e delle telecomunicazioni. La messa si è svolta venerdì mattina, 29 settembre, nella chiesa di Palazzo Pio, alla presenza dei dipendenti del Dicastero per la Comunicazione.

Dio però, ha fatto notare il prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, «non ci lascia soli, ma ci guida e ci sostiene nel faticoso cammino che ci porta a sceglierlo con libertà e amore». La divina Provvidenza consiste «proprio nell’insieme delle disposizioni con le quali Dio conduce tutte le creature al loro fine ultimo in Cristo».

Tra questi aiuti provvidenti si devono «includere le creature angeliche». La vita umana, ha osservato Czerny, «dal suo inizio fino all’ora della morte, è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione. Ognuno di noi ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore». Da qui l’invito a rivolgersi «più spesso agli angeli», invocando «il loro consiglio e ammonimento», e gioendo «della loro presenza, del fatto che fin da ora, da quaggiù, la nostra vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio e redenti in Cristo».

Il Credo, o Simbolo degli Apostoli che si recita nella celebrazione eucaristica domenicale e nelle solennità, ha ricordato il cardinale, proclama la fede della Chiesa nel Padre «creatore del Cielo e della Terra e di tutte le cose visibili e invisibili». Questo universo invisibile, «spirituale, sono gli angeli, creature personali e immortali, che superano in perfezione tutte le creature visibili». Tale verità della fede è «di fondamentale importanza per noi, perché ci permette di esplorare tre dimensioni essenziali della nostra esistenza: la libertà, il male, la Provvidenza divina».

La Bibbia, ha aggiunto Czerny, «insegna che Dio ha fatto ogni cosa con sapienza». Allo stesso tempo, «la creazione non è uscita dalle mani del Creatore già “finita”, interamente compiuta». Essa è stata fatta «in stato di via» (in statu viae), cioè «in cammino verso quella pienezza a cui Dio l’ha destinata e che ancora deve essere raggiunta». Nella sua bontà Dio «ha voluto donare alle sue creature non soltanto l’essere, ma anche la dignità di collaborare al compimento del suo disegno». Ha dotato gli angeli e gli uomini «di intelletto e volontà, perché rispondessero al suo amore e cooperassero alla sua opera».