Si è chiuso a Firenze il 43° Convegno del Movimento per la Vita, in cui è maturata la consapevolezza di essere piccoli ma uniti e quindi significativi in una società in cui il materialismo soffoca le coscienze

La bellezza a tema del 43° Convegno del Movimento per Vita di Firenze, che si è chiuso domenica 5 novembre a Firenze. Significativa la testimonianza di Lara Morandi, del Cav di Firenze, che ha parlato di come inizia e di sviluppa il colloquio con la donna che cerca un aiuto in caso di gravidanza. «Il colloquio al Cav è importante ed è diverso dagli altri perché lì si instaura una relazione fiduciale tra l’utente e l’operatore che permette di dire e di ascoltare una storia. È un dono che ci viene fatto, fa incontrare due persone tra cui si viene a creare qualcosa di unico, primo passo verso un cambiamento». Morandi, che è anche assistente sociale, ha spiegato che «le persone tornano se le abbiamo fatte stare bene, se abbiamo eliminato la dimensione del giudizio, perché ricevono uno sguardo diverso, caldo, positivo, accogliente; diverso da quello a volte di condanna implicita o esplicita del marito o del compagno, del datore di lavoro, della società». L’obiettivo, in una parola è il cambiamento, «non il convincere qualcuno facendogli cambiare idea, ma semplicemente accogliere per aiutarlo». Una funzione, quindi, su cui è necessario essere formati.

Ha chiuso i lavori Marina Casini, invitando alla dimensione della contemplazione, non come fuga dalla realtà ma come possibilità di conoscenza della realtà. contemplazione che ha due motori: la ragione, che ci fa capire la realtà, e l’amore. «Da qui nasce il Movimento per la vita, a questo dobbiamo sempre ritornare».

Morandi ha ancora ricordato “SOS Vita”, un servizio di ascolto nato oltre 30 anni fa per ascoltare le donne e le coppie che si trovano a vivere una gravidanza inattesa o complicata, per diversi motivi. Un vero servizio di emergenza, composto da un numero verde gratuito: 800 81 3000 che offre ascolto immediato h24 e da una chat sul sito web http://www.sosvita.it.

Giancarla Stevanella, infermiera attiva nel campo della fertilità e insegnante dei metodi naturali, ha parlato del calo della fertilità nella popolazione maschile e femminile in Italia, in parte causa del drastico calo demografico. «La scienza medica bypassa le difficoltà spingendo a una soluzione rapida e solo apparentemente facile, la procreazione medicalmente assistita». E ha aggiunto: «Oggi i ragazzi voglio fare sesso senza gravidanza, e questo li porta a usare tutti i mezzi forniti dalle case farmaceutiche». Cosa fare, dunque, di fronte alla banalizzazione dell’atto del generare, del dare la vita a un essere umano?, si è chiesta l’esperta. «Possiamo solo educare alla bellezza della generatività e della fertilità. L’essere umano è al vertice della creazione, l’uomo e la donna insieme sono con-creatori della vita in un modo così unico che solo Dio poteva inventare. Dobbiamo per questo prenderci cura della crescita umana e sessuale delle giovani generazioni, è urgente educare i giovani in una società che divide quell’unità di cuore, mente e corpo di cui la persona umana è costituita». E questo non per negare il piacere della relazione sessuale, «che è un dono di Dio», ma a partire da tre componenti fondamentali: conoscenza, libertà e responsabilità. «Tre verbi ci sono d’aiuto, fin dalla più tenera età nella dimensione educativa: conosci, vivi e ama».

Maria Luisa di Ubaldo ha fornito alcuni dati concreti delle attività: dal 1975 ad oggi grazie ai 332 Cav sono nati 265 mila bambini e sono state assistite 856 mamme. Inoltre sono oggi attualmente attive 64 case di accoglienza. Solo nel 2021 sono stati fatti nascere 7507 bambini e 360 mamme sono state aiutate col Progetto Gemma.

È intervenuto in presenza anche il cardinale Giuseppe Betori, che ha ricordato ai 250 partecipanti che papa Francesco riconosce «il valore universale del lavoro che voi fate quotidianamente nei Centri di Aiuto alla Vita e l’occasione di riflessione e confronto che voi organizzate e attraverso una presenza non sempre facile nel dibattito che la cultura contemporanea porta avanti su questi temi».

Significativo l’intervento dell’avvocato padovano Domenico Menorello, coordinatore della rete associativa “Ditelo sui tetti”, che ha proposto il 18 gennaio prossimo come “Cure Day” per promuovere la cultura della cura negli organismi legislativi regionali, dove si decidono le politiche sanitarie e in un momento in cui queste stanno in varie forme legalizzando, ben oltre le loro competenze che appartengono dello Stato, il suicidio assistito.

L’ex magistrato Pino Morandini, infine, ha ricordato che oggi 8 donne su 10 assistite dai Cav sono straniere. E ha aggiunto un dato agghiacciante: sono circa 6 milioni gli aborti avvenuti per legge dal 1978 ad oggi. Considerato il lasso di tempo e il tasso di fecondità medio, si sarebbero avute 100 mila nascite in più all’anno, che in questo inverno demografico, che causerà enormi squilibri economici di qui a pochi decenni, sarebbe stata una buona notizia.

Il convegno è stata anche l’occasione per celebrare i 45 del bimestrale “Sì alla Vita”, l’organo di comunicazione del Movimento per la Vita e di consegnare il premio giornalistico “Piergiorgio Liverani – Piero Pirovano”, storici direttori della rivista, a Domenico Mugnaini, direttore di Toscana Oggi.

Ha chiuso i lavori Marina Casini, invitando alla dimensione della contemplazione, non come fuga dalla realtà ma come possibilità di conoscenza della realtà. contemplazione che ha due motori: «La ragione, che ci fa capire la realtà – l’uomo nella sua più nuda essenza -, e l’amore. Da qui nasce il Movimento per la vita, a questo dobbiamo sempre ritornare».