Il quotidiano La Croix si interroga sul perché i credenti praticanti votano per Marine Le Pen. Ed ecco le risposte

Sono cattolici e votano per l’estrema destra. Il periodico francese La Croix si interroga sulla “virata” verso Marine Le Pen e Jordan Bardella di tanti credenti alle ultime europee – secondo un sondaggio il 40 per cento dei credenti ha votato per loro –  e manda un inviato davanti ai sagrati delle chiese dell’Aisne, il dipartimento dell’Alta Francia, sopra Parigi, in cui il Rassemblement National ha ottenuto la maggioranza assoluta (50,64%). A Chateau-Thierry, Vervins, San Quintino, Soissons e altri borghi della “douce France” catechisti, cattolici praticanti, giovani impegnati nel volontariato si dichiarano affascinati dall’enfant prodige dell’estrema destra Bardella: «Quando parla, sembra che ti ascolti». E confermano il distacco tra la loro fede e le loro scelte politiche: «Non vado a guardare nella Bibbia cosa bisogna fare in politica. Quello che trattengo dal Vangelo è la parola amore».

Una cosa è la chiesa, altra è il seggio elettorale. In Francia le ultime consultazioni hanno segnato una frattura conclamata dei cattolici, che sono una minoranza, ma una minoranza che si fa sentire e va alle urne il 20 per cento in più rispetto alla media degli elettori francesi. Da una parte quelli di destra (Il Rassemblement o l’altro partito sovranista e nazionalista Reconquete), dall’altra quelli di sinistra, che si indignano per una scelta che giudicano incompatibile. Ai tempi del blocco nazionale che doveva fermare Marine Le Pen alle amministrative del 2014 votarono compattamente per i moderati e la sinistra uniti. Ma ora le cose sono cambiate.

La visione politica dei due orientamenti cattolici è nota da tempo. I cattolici tradizionalisti francesi di destra puntano sulla difesa dell’identità cristiana, minacciata dall’Islam e dalla società multiculturale (come quella descritta dallo scrittore francese Michel Houellebecq in Soumission) addirittura dal “meticciato” e temono il cosiddetto “liberismo culturale” riassumibile nella cultura “woke” e libertaria, dogmatica e intollerante verso chi la pensa diversamente o ha sensibilità diverse e più tradizionaliste, la cultura integralista e ideologica che porta avanti la teoria del gender, l’aborto o l’eutanasia. Sulla scia delle lotte contro il “matrimonio per tutti”, la questione delle persone LGBT+ spinge al voto per l’estrema destra cattolica. I cattolici di sinistra sono più attenti al sociale e prediligono i temi legati all’accoglienza e all’immigrazione, a alla multietnicità, rimproverando ai cattolici di estrema destra di conciliare il rifiuto dell’immigrazione con il Vangelo che invita ad accogliere lo straniero.

«Si sente spesso dire che in nome della carità dovremmo accogliere. E lo posso capire», dice Jean-Baptiste al giornalista di La Croix sul sagrato della chiesa da cui è appena uscito. «Ma non bisogna stravolgere il fatto che la carità è sempre personale e mai politica: la carità è aiutare la persona che sta vicino a te. Questa virtù deve sempre essere bilanciata con il bene comune». E qui si crea una differenza di comportamento tipico di molti cattolici (un fenomeno che avviene anche in Italia): un conto è aiutare il prossimo inteso come vicino di casa, in un’interpretazione per così dire “prossemica”, come il povero che si incontra sotto casa o l’emigrante che ti chiede un lavoro.

Un altro è votare per un progetto politico che limita gli immigrati e che promette di fermare quella che viene percepita come un’invasione (anche se nella realtà dei fatti invasione non è) o, per usare le parole dello scrittore Houellebecq, che gioca sul significato della parola Islam, la “Sottomissione”. «Con l’immigrazione, parliamo di masse», insiste Jean-Baptiste. «Non sono cinque persone che accoglieremo in uno spirito di carità, prendendoci cura di loro». Per questi credenti limitare l’immigrazione è anche difendere gli immigrati: «Queste persone diventeranno fattorini Uber, saranno pagati una miseria. Penso che non sia desiderabile per nessuno». Dunque i credenti dell’Alta Francia, come in altri dipartimenti transalpini, si apprestano a votare per il Rassemblement National e altre formazioni suprematiste e nazionaliste. Nonostante i cattolici in Francia siano tra il 2 e il 5 per cento della popolazione, potrebbero essere loro l’ago della bilancia nelal contesa all’ultimo voto tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen.