Parla Donatella Di Pietrantonio vincitrice del Premio Strega per “L’età fragile”: «Dedico il mio libro a tutte le sopravvissute, a tutte quelle donne che hanno vissuto grandi traumi ma anche, in generale, a tutte le piccole cose a cui le donne, quotidianamente, devono ancora sopravvivere»
«Ringrazio Gli Amici della Domenica che mi hanno votato e anche quelli che non mi hanno votato, comunque hanno lavorato. Ringrazio i miei compagni e le mie compagne di viaggio e il mio editore come gruppo. La scrittura è un atto molto solitario ma il libro è il prodotto finale di un grande lavoro di squadra che è stato fatto con grande professionalità e grande amore. Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi non sono più scontati». Sono queste le dicharazioni a caldo di Donatella Di Pietrantonio, che con L’età fragile (Einaudi), libro già vincitore del Premio Strega giovani, ha vinto la settantottesima edizione del Premio Strega. Al secondo posto Dario Voltolini con Invernale (La nave di Teseo), 143 voti e al terzo Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio), 138 voti. Al quarto posto Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori), 83 voti, al quinto Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli), 66 voti e al sesto Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (minimum fax), 25 voti. A presiedere il seggio Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci al posto di Ada d’Adamo, vincitrice nel 2023, morta l’1 aprile dello scorso anno a cui sarebbe spettato come da consuetudine. Hanno votato in 644 su 700 aventi diritto, pari al 92%.
Se l’aspettava di vincere?
«No, non me l’aspettavo. Ci speravo ma non ci credevo fino in fondo e quindi è stata una grande sorpresa, specie per una persona come me che arriva da un percorso molto lontano dalla letteratura, almeno in origine».
I temi di questo libro riguardano in modo particolare i diritti delle donne.
«In questo libro ci sono le donne violate, un tema importante in un periodo in cui mi sembra che niente sia più scontato, neanche quei diritti che avevamo acquisito molti anni fa, quando io ero giovane».
Questa serata si è aperta con un cartello che lei e gli altri finalisti avete mostrato al pubblico. Qual era il suo significato?
«Abbiamo dichiarato fin dall’inizio che questa riguarda le nostre opere e il nostro lavoro ma non noi come persone e se a volte si vuole dipingere la cinquina o la sestina intenta a lottare nel fango, ci tengo a dichiarare che non è stato assolutamente così».
Sembrerebbe che la memoria sia uno dei fil rouge che hanno legato i libri in gara.
«Sì, la memoria è un tema molto presente nei libri nei libri in gara quest’anno, ma è anche un tema che è stato molto dibattuto durante i tanti incontri con i lettori durante lo Strega tour. Lo abbiamo sviscerato in tutte le sue declinazioni».
A chi dedica questo libro?
«A tutte le sopravvissute, a tutte quelle donne che hanno vissuto grandi traumi ma anche, in generale, a tutte le piccole cose a cui le donne, quotidianamente, devono ancora sopravvivere».
Qual è la prima cosa che farà domani mattina appena sveglia?
Non so se avrò ancora impegni relativi allo Strega ma la prima cosa che farò sarà tornare a casa mia in Abruzzo».
Dedica questo libro anche un po’ all’Abruzzo, oltre che alle donne?
«Beh sì, la mia terra batte sempre molto forte nel mio cuore».
Che percorso le piacerebbe facesse il suo libro?
«Grazie al Premio Strega raggiungerà un maggior numero di persone ma mi aspetto che continui a fare quello che sta già facendo. Ho avuto degli incontri molto emozionanti con le lettrici e con i lettori, l’ultimo dei quali rigurada un ragazzo che mi ha confidato di essersi ritrovato tantissimo come figlio ma, per la prima volta, di aver capito il punto di vista della madre».
Forse è questa la missione del suo libro, far immedesimare il lettore?
Quando scrivo non pretendo di essere salvifica e non voglio lasciare messaggi o per lo meno non è quella la mia intenzione, però noto che in chi legge c’è sempre chi trova tra le righe il proprio messaggio ed entra in risonanza con i temi e i personaggi dei miei libri.
Quanto è importante che voi autori siate delle voci libere nel manifestare i diritti delle donne, in questo periodo soprattutto.
Io lo trovo fondamentale come dicevo prima e sarà mio impegno prestare la mia voce in difesa di diritti che forse io stessa ho dato per scontati, dandoli per definitivamente acquisiti, e invece non è stato così. Oggi vediamo che i diritti delle donne sono sempre messi in discussione, sono sempre sotto esame, a volte criticati, a volte svuotati dall’interno come è accaduto per la legge sull’aborto.