A sei anni dalla sua prima intervista su “Maria con te”, la celebre conduttrice torna a parlare del suo legame con la Vergine e di come il suo coraggio le dia la forza per superare le prove più dure
Sono trascorsi sei anni dalla sua prima intervista a Maria con te e tante cose sono cambiate nella vita di Lorena Bianchetti. Prima fra tutte, l’arrivo dell’amata figlia Estelle, nata il 5 marzo 2019. «Maria è la Madre per eccellenza, dunque una guida in questa meravigliosa avventura della maternità, che mi ha donato un qualcosa che non si può percepire finché non la si vive», spiega la conduttrice. «Parliamo di una Donna che ha ricevuto una gioia immensa nel portare in grembo il Figlio di Dio, ma che, proprio per questo, ha anche sofferto tanto. Penso alla fuga in Egitto. Quante madri, ancora oggi, sono costrette a fuggire coi propri piccoli da situazioni di sofferenza? Tuttavia, l’amore per un figlio ti spinge a trovare la forza per affrontare le prove più dure». Quella di Lorena per Maria è una devozione sbocciata proprio dieci anni fa l’8 settembre, festa della Natività di Maria, quando decise di trascorrere un anno in Francia per completare la propria formazione professionale. Un giorno, trovandosi a pochi passi da Rue du Bac, entrò per la prima volta nel santuario della Madonna della Medaglia Miracolosa per partecipare alla Santa Messa. Un’anziana signora che sedeva accanto a lei, non avendola mai vista prima, le disse: «La Madonna le vuole molto bene, per questo l’ha chiamata. Lo sa che oggi è il suo compleanno?». «Fu una coincidenza molto particolare, perché all’epoca neanche sapevo della ricorrenza dell’8 settembre», spiega Lorena. «Da quel momento, nella mia vita, sono iniziati tanti cambiamenti: ho conosciuto mio marito Bernardo, ci siamo sposati, poi è nata nostra figlia. Ma soprattutto, quel giorno, è stato come se avessi “posato” un po’ il cuore, affidandomi alla Vergine».
La sua è un’ammirazione sconfinata nei confronti di Maria.
«Per me è un modello eccezionale anche per i non credenti. È una Donna coraggiosa, capace di andare controcorrente. Basta pensare a quel “sì” pronunciato all’angelo durante l’Annunciazione. È un “sì” pieno d’amore, di totale affidamento al disegno di Dio».
Questa sua devozione mariana l’ha ereditata da qualcuno, oppure è arrivata col tempo?
«Ho sempre avuto esempi di amore incarnato, la fede autentica non è qualcosa che si può inculcare nella testa altrui. Ho visto i miei genitori pregare e recitare l’Ave Maria. Col loro esempio, mi hanno trasmesso i valori dell’onestà, della correttezza e dell’amore per il prossimo. Lo stesso è accaduto con la fede attraverso l’esempio delle loro preghiere».
E lei quando prega?
«In qualsiasi momento, ovunque mi trovi. Prego sempre da sola, perché è un momento di grande intimità. Recito spesso anche il Rosario: sul cellulare ho scaricato un’applicazione per recitarlo in ogni momento, anche durante le faccende domestiche».
Quali sono i luoghi mariani che porta nel cuore?
«Sicuramente il santuario del Divino Amore, a Roma, dove il 9 dicembre del 2002 scampai per un soffio a un grave incidente attraversando la strada a piedi. Torno sempre lì a ringraziare la Madonna per come sono andate le cose. Sono stata anche a Lourdes, sia per lavoro sia per piacere personale. Ci sono tante testimonianze di guarigioni prodigiose, fisiche e spirituali».
Se dovesse partire per un pellegrinaggio, dove le piacerebbe andare?
«A Fatima. All’ultima Gmg, purtroppo, non sono riuscita ad andarci. La storia di quel santuario e dei tre pastorelli mi affascina tantissimo. Mi piacerebbe andare anche a Guadalupe, al santuario della “Morenita” a cui sono profondamente legata. Lei è la Patrona delle Americhe e il mio rapporto con l’America Latina è molto stretto. In passato, ho partecipato alle missioni dell’UNHCR (l’Agenzia Onu per i rifugiati, ndr.) e ho presentato tanti eventi, perché parlo lo spagnolo, ad alcuni dei quali era presente anche papa Francesco».
A proposito di Francesco, cosa prova nell’essere stata la prima conduttrice in assoluto a intervistarlo in uno studio televisivo?
«È stato un incontro speciale che ricorderò per sempre. A differenza di quanto si possa pensare, non l’ho vissuto come un “oscar alla carriera”, ma come un dono del Signore. È davvero un Papa straordinario. Menomale che c’è lui».
A quale altro Papa a cui è rimasta affezionata?
«Ho conosciuto sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI. Ogni Pontefice ha il suo carisma e, ciascuno con un linguaggio adatto al proprio tempo, porta avanti il percorso cominciato col Concilio Vaticano II».
Lei ha presentato tutte le Giornate mondiali della gioventù, da Tor Vergata, nel Giubileo del 2000, a Lisbona lo scorso agosto. Quali segni di Maria ha trovato tra i ragazzi?
«Ho visto sempre in loro un grande coraggio, tratto distintivo della Vergine, e il desiderio di dare il proprio contributo per rendere il mondo un posto migliore. Vedere le bandiere di tanti Paesi diversi unite nella fede mi ha dato la conferma che la pace è un qualcosa di realmente possibile».