Tra questi frutti spirituali, vi sono «le abbondanti conversioni, il frequente ritorno alla pratica sacramentale, le numerose vocazioni alla vita presbiterale, religiosa e matrimoniale, l’approfondimento della vita di fede, una più intensa pratica della preghiera, molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare».
Tutto questo, viene ribadito, non implica «una dichiarazione del carattere soprannaturale» e dunque «nessuno è obbligato a credervi». E tuttavia il nulla osta – emesso dal vescovo di Mostar-Duvno in accordo con la Santa Sede – indica che i fedeli «possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico». La Nota precisa inoltre che «la valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale». E pur esistendo – com’è noto – diversi pareri «circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad apprezzare il valore pastorale e promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale». Rsta però anche ferma la potestà di ogni vescovo diocesano di prendere decisioni prudenziali nel caso vi siano persone o gruppi che «utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato». Il Dicastero invita infine chi si reca a Medjugorje «ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti (il contatto con loro è «sconsigliato», ha detto ieri il cardinale Fernandez, come riferiamo a parte) ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace».
Il testo si sofferma a lungo sui messaggi della Madonna, cercando di separare ciò che appare conforme al Vangelo da ciò che presenta aspetti problematici. Centrale è il messaggio sulla pace intesa non soltanto come assenza di guerra ma anche in un senso spirituale, familiare e sociale. Il titolo più originale che la Madonna attribuisce a sé stessa è infatti “Regina della Pace”. «Io mi sono presentata qui come Regina della Pace per dire a tutti che la pace è necessaria per la salvezza del mondo. Soltanto in Dio si trova la vera gioia dalla quale deriva la vera pace. Perciò chiedo la conversione», è scritto nel messaggio del 16 giugno 1983. È una pace frutto della carità vissuta, che «implica pure l’amore per quelli che non sono cattolici». Un aspetto che si comprende meglio, viene sottolineato, «nel contesto ecumenico e interreligioso della Bosnia, segnato da una terribile guerra con forti componenti religiose».
Nella Nota si indicano come problematici quei messaggi che attribuiscono alla Madonna le espressioni «il mio piano», «il mio progetto», espressioni che «potrebbero confondere. In realtà, tutto quanto Maria compie è sempre al servizio del progetto del Signore e del suo piano divino di salvezza». Come pure non bisogna erroneamente «attribuire a Maria un posto che è unico ed esclusivo del Figlio di Dio fatto uomo».
Il Dicastero per la Dottrina della Fede sottolinea invece un messaggio che può essere considerato come una sintesi della proposta del Vangelo attraverso Medjugorje: «Desidero avvicinarvi sempre di più a Gesù e al suo cuore ferito» (25.11.1991). Il cardinale ha anche precisato che «i messaggi vanno letti nel loro insieme».
Questo il passaggio citato dal porporato: «Riguardo alla fase iniziale del fenomeno “Medjugorje”, la Commissione ritiene che «nelle prime sette apparizioni, tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981, i ragazzi, psichicamente sani, non sono stati influenzati da nessuno ed hanno concordemente attestato di vedere la Madonna che affidava loro messaggi di conversione e penitenza. Cioè, la devozione sorta a Medjugorje ha un’origine soprannaturale, è autentica». Riguardo alla soprannaturalità delle successive apparizioni, il rapporto dice che nella fase successiva si può pensare ad un influsso esterno da parte di vari soggetti e le apparizioni diventano quasi “programmate”, ha notato Fernandez. Ad ogni modo ora la questione è accantonata. E si procede sulla via solo pastorale.
Tra l’altro con numeri da record. Il direttore editoriale di Vatican Media, Andrea Tornielli, ha citato il numero delle comunioni che ci sono state dal 1985 a giugno di quest’anno, 47,5 milioni, e il numero dei sacerdoti che hanno concelebrato dal 1986 sempre al giugno scorso, più di un milione. Il flusso dei pellegrini si calcola in più di un milione di persone all’anno.