È l’umiltà «il segreto» della preghiera

Ogni settimana uno spazio dedicato alla riflessione personale con l’aiuto di maestri spirituali e grandi testimoni della fede. Oggi Simone Weil sulla pazienza capace di «stancare» Dio

Nella società narcisista e autoreferenziale che abbiamo costruito, l’umiltà è sicuramente fuori moda. Proviamo a pensarci: di cosa parliamo quando siamo con gli altri se non di noi stessi? Sembra che soltanto promuovendoci, anche a costo di esagerare, si possa aspirare ad avere un ruolo importante nei posti che contano. Però la vita dello spirito ha regole profondamente diverse, insegna che per essere grandi bisogna farsi piccoli. In questo senso l’umiltà, quella vera, non solo rivendicata a parole, gioca un ruolo fondamentale, perché rappresenta una forma di distacco, di “liberazione” da noi stessi. Così da aprire le porte all’azione dell’Eterno. Lo sottolinea con chiarezza e profondità Simone Weil (1909-1943). Ma in questi suoi brevi appunti spirituali che pubblichiamo oggi, la nota filosofa e mistica francese va anche oltre, soffermandosi su un’altra virtù da sempre fuori moda, cioè la pazienza, vestito nobile dell’attesa. Pazienza e umiltà insieme, sottolinea Weil, rafforzano la preghiera, e rendono il cuore pronto ad accogliere l’amore di Dio.