Il Pontefice alla vigilia della «giornata di preghiera e digiuno» nell’anniversario dell’attacco di Hamas in Israele
È una giornata intensa, quella di Francesco, che nel pomeriggio andrà nella Basilica di Santa Maria maggiore con i membri del Sinodo sinodali a Santa Maria Maggiore «per invocare l’intercessione della Madre di Dio», ha spiegato il Papa all’Angelus.
Di qui l’appello del Papa «alla comunità internazionale» perché «si metta fine alla spirale della vendetta e non si ripetano più gli attacchi, come quello compiuto dall’Iran qualche giorno fa, che possono far precipitare quella Regione in una guerra ancora più grande», ha concluso: «Tutte le Nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza, e i loro territori non devono essere attaccati o invasi, la sovranità dev’essere rispettata e garantita dal dialogo e dalla pace, non dall’odio e dalla guerra».
Il concistoro
La stessa provenienza dei nuovi cardinali, ha spiegato, «esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra». Francesco a settembre ha compiuto il viaggio più lungo del suo pontificato, ai confini del mondo, prima di andare in Lussemburgo e in Belgio, al cuore del Vecchio Continente che vive una «crisi» della fede e nel quale la Chiesa è passata «da un cristianesimo sistemato in una cornice sociale ospitale a un cristianesimo di minoranza, o meglio di testimonianza».
Il Collegio cardinalizio, e prossimo conclave, sono sempre più espressione di questa situazione, una Chiesa non più eurocentrica e sempre più rivolta alle periferie del pianeta. Ecco la lista dei 21 nuovo cardinali, tra nuovi elettori e ultraottantenni che non entreranno nel conclave, letta da Francesco alla fine dell’Angelus: Angelo Acerbi, nunzio apostolico; Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, arcivescovo di Lima (Perù); Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo di Santiago del Estero (primate d’Argentina): Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil (Ecuador); Fernando Natalio Chomali Garib, arcivescovo di Santiago del Cile (Cile); Tarcisio Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo (Giappone); Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan (Filippine); Ladislav Nemet, arcivescovo di Beograd-Smederevo (Serbia); Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile); Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio); Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri (Algeria); Paskalis Bruno Syukur, vescovo di Bogor (Indonesia); Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran Ispahan (Iran); Roberto Repole, arcivescovo di Torino: Baldassare Reina, da oggi vicario generale della diocesi di Roma; Francis Leo, arcivescovo di Toronto (Canada); Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica papale di Santa Maria Maggiore; Mykola Bychok, vescovo dell’Eparchia Saints Peter and Paul di Melbourne degli Ucraini (Australia); Timothy Peter Joseph Radcliffe, teologo; Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; e George Jacob Koovakad, officiale della Segreteria di Stato e responsabile dei viaggi papali.