“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”. Sembra quasi che Gesù pronunci queste parole guardando in faccia qualcuno di specifico.
È una lode che sale sulla sua bocca guardando la semplicità di chi lo sta ascoltando, e la grandezza di Dio nel rivelarsi proprio al cuore di questi semplici. In essi c’è una donna straordinaria, che nella storia ha infoltito il gruppo di persone a cui Gesù si riferiva nel vangelo di oggi. Questa donna è Caterina da Siena. Mai nella storia della Chiesa si è potuto toccare il fuoco della sapienza di Dio se non attraverso una povera ragazza, analfabeta, povera che sperimenta una vita itinerante di evangelizzazione, preghiera, e unione a Dio.
Il misticismo di questa donna è tutto nella forza che ha avuto nel cambiare le sorti di una Chiesa in crisi. Riporta il papato a Roma, scrive a sovrani, papi, politici, potenti dell’epoca, e lo fa con la parresia e l’umiltà che vengono solo da persone piene di Dio. Dio cambia la storia con “i piccoli” e non con quelli che il mondo considera “grandi”. Sono i piccoli i veri protagonisti della storia della salvezza. E infatti solo nella misura in cui ci facciamo piccoli possiamo anche essere utili a Dio. Eppure a noi piace pavoneggiarci nei nostri talenti, portare avanti le nostre convinzioni, manomettere anche le cose di Dio pur di apparire.
Ma in tutta la storia solo “i piccoli” hanno avuto il favore della Sua benedizione. E in cosa consiste tutto questo? “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.
I piccoli sono quelli che si lasciano prendere in braccio dall’amore di Dio e per questo comprendono che c’è qualcosa che vale di più che stare in piedi da soli sui propri ragionamenti: è sentirsi sempre di Qualcuno.