Un segno di speranza per ricucire le relazioni tra i popoli. «Anche in mezzo a questa guerra», dice il patrarchia di Gerusalemme, «bisogna trovare parole di perdono e fratellanza. La nostra sorgente, per farlo, è la Parola di Dio»
«I tempi non saranno brevi», aggiunge il patriarca di Gerusalemme, «ma dobbiamo pensare che le persone che si combattono oggi sono le stesse che dovranno convivere domani. La missione principale che vedo per noi in Terra Aanta è dire agli altri, ai nostri fratelli musulmani e ebrei parole di riconciliazione, di vita, di pace, parole che ricostruiscono. In questo anno terribile di guerra ebrei e musulmani non si parlano più, ma sottobanco ci dicono se ci siete anche voi cristiani possiamo incontrarci, allora lì noi cristiani siamo chiamati a dire una parola di speranza, di prospettiva, questo non si può fare parlando di noi stessi ma di Lui, di quella Parola che è il fondamento della nostra speranza , sono certo che questa opera aiuterà ad aprire il cuore e la mente di tante persone che conoscendo di più la Parola di Do conosceranno di più loro stesse e potranno dire una parola solida per i fratelli e sorelle che incontreranno».
Alla presentazione erano presenti cinquanta persone di lingua araba arrivati dalla Terra Santa. A loro il superiore generale don Domenico Soliman ha consegnato 50 copie dell’edizione da portare con sé nel ritorno a casa. Un dono prezioso perché, come ha ricordato monsignor Michel Aoun, vescovo di Byblos (presente all’evento con monsignor Michel Jalakh, del dicastero delle Chiese orientali e con il vicario copto cattolico del Cairo, monsignor Hani Bakhou, Kiroulos), «è un segno di pace e speranza che può essere seminato nel cuore degli uomini e delle donne che vivono nella guerra. Nel mezzo di un conflitto che sta devastando il Libano e il Medio Oriente e davanti a una grande paura che incombe sui cuori, ritrovarci a Roma per la Bibbia in lingua araba ci ricorda che la guerra distrugge e uccide, non genera che la morte e l’odio e lascia una grande disperazione insieme con il desiderio di vendetta.
Ma davanti alla desolazione della guerra sorge la Parola di Dio come unica risposta che apre una via in mezzo alla morte. I nostri popoli del Medio Oriente hanno bisogno di questa risposta della Parola di Dio e dell’annuncio che Cristo ha vinto la morte e ha distrutto il muro di inimicizia e separazione tra i popoli. Egli è la nostra pace ed è venuto ad annunciare la pace. Perciò la celebrazione di oggi è una luce che potrebbe illuminare le tenebre del nostro mondo immerso nell’odio. Il libro Scrutate le scritture in arabo è un dono prezioso per i nostri Paesi in medio oriente soprattutto in questo momento di buio per i nostri popoli».