Sono state elaborate linee di una teologia della speranza, ma manca completamente una spiritualità della speranza seria che non ricada nell’intimismo e nel devozionismo, e dunque nella banalità di una speranza non fondata, non motivata e a basso prezzo.

La speranza cristiana non è ottimismo formale… non è senza discernimento…

La speranza cristiana non è intimistica, ma ha un aspetto di responsabilità: di essa devo rispondere.

A motivo delle comodità e della sedentarietà e degli idoli, noi cristiani diciamo di attendere il Regno di Dio, ma in realtà non aspettiamo nulla e non piangiamo in questa valle di lacrime, ma ci stiamo bene…

O meglio pensiamo di star bene perché siamo circondati da tante comodità (troppe), ma in realtà e nel più profondo non lo siamo perché siamo fatti ad immagine di Dio che ha desideri infiniti e se viviamo a livello carnale, naturale saremo sempre insoddisfatti perché vorremmo sempre di più, ma passando gli anni non troviamo quasi più gusto delle cose materiale, oppure vorremmo sempre nuovi piaceri (per questo ci si droga e ci si rovina)…

La vera pace e felicità la troviamo solo facendo emergere l’io profondo, lo Spirito di Cristo, lasciarsi guidare e condurre da Lui e allora sapremo vivere con sobrietà e gratitudine di tutti i beni della terra ma in una sana gerarchia di valori: prima di tutto la comunione con il Signore, l’incontro vitale con Lui, poi la capacità di amare, di servire perché questo è lo stile di vita di Dio che gli dà gloria, così in questa impostazione dell’esistenza secondo il Vangelo che troviamo vera realizzazione (cfr Ap 3, 21ss

L’uomo non è un dato, ma un divenire: è un essere che ha la coscienza della dimensione temporale che lo costituisce.

Non si può vivere senza sperare. Le persone a cui è sottratta la speranza normalmente diventano aggressive, feroci: odiano quella vita che è per loro a cielo chiuso… E cadono nell’indurimento del cuore, nell’apatia, nell’indifferenza o nell’angoscia…

La mancanza di speranza favorisce gli atteggiamenti negativi denunciati da Ap 21,8: viltà, codardia, idolatria…Sono i paurosi… Si indica così l’attitudine di chi si giudica incapace di ciò che Dio si attende da Lui. La pusillanimità: chi la manifesta non ha il coraggio della speranza, la pazienza nelle difficoltà e nelle persecuzioni ed arriva ad abbandonare la speranza viva…

Infatti l’aspetto più disperante della vita è la sensazione per il fatto che nulla potrà cambiare nel futuro.

La speranza cristiana non è mai egocentrica, ma ha Cristo o Dio per oggetto: “noi abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente” (1Tm 4, 10) e per questo è gioiosa e porta salvezza e fa bene a tutti gli uomini…

Il cristianesimo con il perdono e con la fede nella misericordia di Dio, spezza