AMALIA USAI

(n. a Talana 12/06/1941  + a Talana 06/12/2024)

Amalia Usai era nata a Talana il 12 giugno 1941: aveva 83 anni. Per tanti anni è stata Responsabile dell’Associazione delle ANCILLE, fondate da don Stefano Lamera e pensate anche dal Beato don Giacomo Alberione, Fondatore di tutti gli Istituti della Famiglia Paolina.

Ha conseguito la licenzia Media e il Diploma Magistrale presso l’Istituto Sacro Cuore di Cagliari. Si era iscritta anche a Lettere presso l’Universita di Cagliari. Ma deve abbandonare gli studi con senso di responsabilità per accudire ai bisogni della Famiglia.

E inizia ad insegnare musica presso le scuole Medie di OGLIASTRA. Consegue il ruolo e viene assegnata, come insegnante di musica, all’allora  Istituto di VILLAGRANDE e a VILLANOVA Strisaili fino alla pensione.

E’ entrata in Noviziato tra le Ancille il 25 marzo del 1975. Prima professione il 5 agosto del 1978. Ha professato per sempre il 23 luglio del 1983.

Penso che tutte le Ancille saranno d’accordo, nell’elaborare un profilo sufficientemente espressivo della vita di Amalia Usai e del dono straordinario che è risultato per le Ancille, valorizzare soprattutto l’Intervento di don Mario al funerale.

Ho aggiunto le testimonianze di alcune Ancille che hanno evidenziato qualcosa della loro esperienza con Amalia: penso che esprimono sostanzialmente un po’ il sentire di tutte.

Comunque tenete presente che questo profilo che da subito verrà inserito sul vostro sito www.ancilledonalberione.org (sia su RICORDIAMOLE che come ARTICOLO) e anche sul sito di IGS www.gesusacerdote.org, può essere aggiornato quando si vuole e come si desidera: perciò attendo eventuali altre testimonianze che possono arricchire la vita e il preziosissimo servizio che ha svolto soprattutto per voi Ancille.

 INTERVENTO DI DON MARIO: Carissimi fratelli e sorelle in questo momento in cui diamo l’estremo saluto alla nostra cara Amalia non è facile per me esprimere alcuni pensieri. con lei ho vissuto ogni mese l’impegno dei ritiri spirituali per le Ancille e ho sempre sentivo la sua presenza come una madre premurosa e fortemente legata alla spiritualità Paolina. Mi permetto di richiamare sinteticamente gli inizi dell’Associazione ANCILLA DOMINI e poi tracciare brevemente tre aspetti della sua vita vissuta nelle totale dedizione alla volontà di Dio.

Nel 1978, il servo di Dio don Stefano Lamera, stretto collaboratore del beato don Alberione, insieme alla nostra AMALIA e a don Furio Gaus (dell’IGS) davano inizio all’Associazione ANCILLA DOMINI, nello spirito del beato don Alberione, fondatore della Famiglia Paolina. Da allora in avanti Amalia è stata un vera madre per tutte le donne che l’hanno seguita con la speciale consacrazione dei voti nell’Associazione ANCILLAE DOMINI. Ci vorrebbero pagine e pagine per descrivere il cammino spirituale e apostolico intrapreso dalle Ancille sotto la sapiente guida di don Lamera e di Amalia: mi limito, per ragioni di tempo, a sintetizzare la vita della nostra AMALIA con tre parole profetiche.

  1. Amalia è stata una donna di grande FEDE, lei ha vissuto nella fede semplice, pura con il pensiero fisso di vivere nella santa volontà di Dio. Sorretta dalla sapiente guida di don Lamera di cui non perdeva una parola delle sue meditazioni, ha sempre posto al centro della sua vita un grande amore a Gesù divino Maestro Via, Verità e Vita. Di questo le sorelle Ancille ne possono dare piena testimonianza.
  2. Amalia è stata una donna profondamente UMILE e SILENZIOSA. Lei amava il silenzio interiore, un silenzio che parlava al cuore delle persone che l’avvicinavano; non ha mai voluto mettersi in primo piano, quante volte si scherniva quando le veniva chiesto di esprimere qualche considerazione, e ciò che diceva veniva sempre da un cuore intriso di umiltà, un cuore che si nascondeva affinché emergesse dalle sue parole solo la centralità di Cristo,
  3. Infine Amalia era una donna VOTATA AI SACERDOTI. Lei ha incarnato in pienezza il carisma sacerdotale delle AncillePreghiera (prima di tutto, soprattutto, vita di tutto, come diceva il beato don Alberione), offerta oblativa nell’Eucaristiasostegno incondizionato ai sacerdoti soprattutto ai sacerdoti in difficoltà, in crisi. Era davvero come la Vergine Maria madre dei sacerdoti. Aveva offerto la sua vita per la santità dei preti, una volta quando gli chiesi di pregare per un sacerdote in difficoltà, dopo un attimo mi disse: “è già nel mio povero cuore, questo mi ha insegnato don Lamera”. In ogni sacerdote sapeva scorgere un altro Gesù, la sua vita è stata davvero “offerta gradita al Padre”. Un fiore di narciso fiorito nel deserto di questa nostra umanità segnata da tante situazioni di miseria morale e spirituale.

Grazie, carissima Amalia, da parte di tutti noi, in particolare di don Emilio Cicconi, delegato nazionale delle Ancille, che ti assicura la sua preghiera, lui ti è sempre stato particolarmente vicino, sapeva che la tua fede umileil tuo amore incondizionato per le Ancille, per i sacerdotiera gemma preziosa nella tua vita.

A te, cara Amalia chiediamo di ricordarti di noi ora che sei nell’abbraccio del Padre celeste insieme alla Regina degli Apostoli che sentivi madre e maestra e coi nostri beati Giaccardo e Alberione, con don Lamera, don Gaus, don Minuccio, don Probo, don Domenico e i tanti sacerdoti dell’IGS che hai seguito come madre premurosa, e tutta la FP.

Grazie Amalia, sei stata veramente “gloria del Signore” qui in terra.

 

Amalia, ringrazio il Signore per il tuo dono, la tua presenza, la tua materna compagnia nel mio cammino di ancilla. Sempre sorridente, paziente, accogliente, disponibile non solo agli Esercizi, ma anche quando eri a casa…pronta a richiamarmi quando trovavi traccia di una mia telefonata. La tua fiducia nelle parole “profetiche” di don Lamera sulla nostra Associazione! E con quanta convinzione cercavi di infondere in noi la stessa fiducia! Durante gli esercizi già alle prime ore della giornata sempre eri in colloquio con Lui davanti al tabernacolo…a Lui affidavi ciascuna di noi, il nostro cammino, invocavi la nostra santità per la santità dei sacerdoti. E per i sacerdoti quanta premura sia sul piano spirituale sia per le loro necessità pastorali e personali! E tutto era accompagnato dal “Deo gratias” e dalla silenziosa offerta di te. Hai vissuto la preghiera che don Lamera ci ha affidato: “Gesù, Sacerdote Eterno, associami alla feconda verginità della tua diletta madre Maria affinché io divenga con Lei madre di sacerdoti santi .. Ti offro la mia vita così come la Tua provvidenza me ne chiede l’offerta”. E proprio negli ultimi giorni della novena dell’Immacolata, Maria ti ha accolta con sé. Grazie, Amalia, il tuo dono continua,  ci accompagna e sostiene ogni giorno nel nostro tendere verso il Cielo dove ci attendi.

(Lucia Cortese)

“Personalmente ho conosciuto Amalia solo una volta in occasione degli esercizi spirituali che mi hanno permesso di iniziare il noviziato come ancilla, anche se successivamente interrotto. Il ricordo di Amalia nel mio cuore è chiaro e vivo per la sua docilita’ nel mettersi in ascolto di ognuna di noi con pazienza in silenzio e senza alcun giudizio.
La sua accoglienza tenera di madre è stata per me testimonianza vera del servizio paolino. Ringrazio il Signore di avermi dato l’occasione di conoscerla. È il Signore che ora l’accoglie tra le Sue braccia amorose nella Gloria dei Santi…”.

(Gaziella Patrizia Taschetti)

 “Non ci sono adeguate parole per scrivere di Amalia tanto erano le Sue Virtù. SEMPRE al primo posto GESÙ e MARIA. La Sua delicatezza la Sua umiltà, la Sua semplicità , la Sua mitezza , il Suo silenzio, ci erano di insegnamento. Era sempre disponibile ad ascoltare le nostre necessità, per qualsiasi cosa c’era, se non ci sentiva per un po’ di tempo ci chiamava lei: ed era gioia grande, perché Lei portava la gioia quella semplice che fa esultare il cuore.

Innamorata di GESÙ ma anche del Beato GIACOMO ALBERIONE e di don STEFANO LAMERA. Ne parlava con tanto AMORE, erano in Lei.

Sempre pronta ad aiutare perché guardava si, con gli occhi ma specialmente  con gli occhi del Cuore. Ascoltava, si con le orecchie, ma specialmente con le orecchie del Cuore e così si accorgeva di tutto ciò che capitava intorno a Lei.

GRAZIE al BUON DIO che c’è l ha donata. Con responsabilità cerchiamo di portare avanti, con l’aiuto del SIGNORE, i suoi insegnamenti…”

(Adele Bartoli)


…Personalmente posso dire che era come una madre. Infatti lo chiamavo mammina. Il pensiero mi commuove…tanta cara. Sapeva ascoltare e trovare sempre parole di consolazione, dando sempre i consigli di don Lamera. Però era anche tanto umile. Mi raccontava che da piccola era molto biricchina! Sapeva scherzare e far ridere. Sembra quasi impossibile per come la conosciamo noi! E si raccontava senza nessun problema… Però personalmente ho conosciuto Amalia, sorella di una fede profonda e ferma. Ogni tanto la chiamavo per raccontare i miei dispiaceri. Lei trovava sempre e in ogni occasione, parole di bene e di amore. Io ho conosciuto così Amalia…”

(Adriana Pagria)

“Amalia, la mia amica.  La nostra è stata un’amicizia semplice e vera, iniziata sul finire degli anni Settanta quando c’incontravano presso la casa oggi detta “Don Lamera” , lei chiamata da don Stefano, io  per dialogare e  confessarmi con lui. Ricordo che spesso accompagnavamo il sacerdote in macchina nelle sue commissioni e don Stefano amava ricordare un sogno premonitore con cui il Signore gli indicava in Amalia  una valida collaboratrice per l’Associazione “Ancilla Domini”. Il Signore consegnava a Don Stefano un solo calzino e questa ne era l’ interpretazione: già una sua sorella era consacrata al Signore nella Famiglia Paolina, per completare il paio era necessaria appunto Amalia. Solo dopo anni mi ha confidato la sua scarsa disponibilità ad accettare una proposta che avvertiva, come poi si è rivelata, totalizzante, ma , una volta accettata, ha dato prova di fedeltà e dedizione assoluta, di affabile disponibilità  e di  un profondo e continuo  impegno di preghiera. 

Amalia ha seguito le mia varie vicende sempre con il sorriso e la dolcezza senza mai il minimo giudizio. Così la nostra amicizia si è rinsaldata ed io ho potuto a poco a poco anche scoprire in lei la capacità di accettare ogni contrarietà con animo forte e sereno, la delicatezza nel coprire ogni aspetto o vicenda che in qualche modo potesse evidenziare la fragilità altrui, la fede incrollabile nel Signore e la capacità di far propri le parole e gli insegnamenti di don Lamera rimanendovi fedele nel tempo. Dinanzi a qualcosa di spiacevole era solita dire “Amen, pace”: era segno dell’adesione indiscussa alla volontà del Signore pienamente accettata e condivisa.

C’ è stata tuttavia anche un’Amalia arguta e divertente: era solita scherzare recitando a memoria aneddoti  come  i versi di Trilussa. Riusciva così a rendere briosi e piacevoli i brevi momenti di riposo durante gli Esercizi Spirituali.

Nell’ultima telefonata, avvenuta nella stessa settimana in cui  ci ha lasciato, mi ha ricordato l’invito di don Lamera a chiedere nelle situazioni difficili aiuto con tanta umiltà e semplicità. Ed è quell’aiuto che ora chiedo a lei , lei che ha saputo incarnare l’immagine di ancilla tanto cara a don Stefano: il vivere la preghiera nascosta e silenziosa come una candela che si consuma lentamente sull’altare”.

(Giuliana Scorzelli)

 

Sento di evidenziare anche una mia testimonianza particolarissima: il dono più grande che Amalia ha ricevuto dal Signore e che ha saputo coltivare e custodire consiste nell’aver interiorizzato la dimensione fondamentale della spiritualità paolina  tutta la persona, tutto l’uomo in Cristo: armonia, unione, integrazione tra valori umani e cristiani, natura e grazia carisma e femminilità, Spirito e sensibilità, virtù umane e soprannaturali. Amalia, infatti, si è sempre dimostrata:

  • Prudente, attenta, vigilante, ma non diffidente, sospettosa, paurosa…
  • capace di vera-intensa preghiera, ma anche sincera, profonda e tenera nelle relazioni (non solo con le Ancille, ma con tutti sacerdoti, laici, membri della Famiglia Paolina…)
  • donna veramente casta secondo il Vangelo, ma tutt’altro che aspra, chiusa, fredda, altera.
  • povera-sobria paolinamente (=umile, mai presuntuosa e orgogliosa), ma non grossolana, piccina e positivamente molto spiritosa e autoironica…
  • obbediente, ma libera e forte perché avvolta dall’amore di Cristo e innamorata di Lui…

Noi tutti, soprattutto le Ancille, siamo chiamati a verificarci e a manifestare questa adultità e maturità d’amore, perché abbiamo da svolgere la missione di portare a tutti, soprattutto ai sacerdoti, il buon profumo di Cristo (2Cor 2, 15).

(don Emilio Cicconi)

 

Testimonianza di don Michele Loi (parroco a Talana  dal 2007 al 2016)

“Ogni dono di Dio, per chi lo riceve, diventa una responsabilità, perché deve trafficare questo dono di Dio. Ed è dato a noi sempre per gli altri. La nostra vita è per gli altri.  Ed è tanto vita salvata per noi, quanto è data per gli altri. Chi vive per sé perde tutto. Diventa peggio del fumo. Chi vive per gli altri, donando la sua vita, questi diventa grande. Questi valorizza il tempo e l’eternità!.

Sono parole di Don Stefano Lamera, sacerdote della famiglia paolina, le cui meditazioni Amalia ha fedelmente trascritto per oltre 30 anni, e che si leggono nell’ultima copia del foglio “Ancilla Domini”, che puntualmente, con materna premura, mi inviava. In queste parole, mi sembra davvero di potere leggere il suo testamento spirituale. Amalia non scriverà più, ma quello che più conta, al termine della nostra vita, è, come ebbe a dire Papa Benedetto XVI: “ciò che avremo scritto nelle nostre anime immortali”. E’, quindi, ciò che la nostra sorella lascia scritto, in modo indelebile, nei cuori di tutte le persone che hanno avuto, per disposizione della Divina provvidenza, la grazie di incontrarla e condividere con lei un pezzo di questo faticoso ed incerto cammino che è il nostro pellegrinaggio su questa terra.

La notizia della sua morte improvvisa, lo scorso 6 dicembre, ci lascia certo smarriti, come quando viene a mancare una mamma, una sorella, una maestra di vita, una testimone preziosa e credibile. Nel contempo, tuttavia, ci accompagna una grande serenità, unita alla certezza di aver acquistato, presso Dio, qualcuno che penserà e intercederà per noi.

La sua formazione cristiana comincia in famiglia, a Talana, in un ambiente profondamente credente, che darà alla Chiesa ben tre vocazioni religiose ed una nel ministero ordinato del diaconato permanente. Prosegue in parrocchia, alla scuola di quel santo sacerdote che fu Don Emanuele Cabiddu, parroco di Santa Marta negli anni della sua giovinezza, grande formatore di anime, per il quale Amalia conserverà sempre grande venerazione e gratitudine.

In seguito, durante il periodo degli studi magistrali a Cagliari, presso l’asilo della marina, ebbe modo di conoscere ed entrare in confidenza con Suor Teresa Tambelli, la venerata madre dei piccoli abbandonati di Cagliari, per la quale oggi è in corso la causa di beatificazione, prosecutrice del’opera della Beata Suor Giuseppina Nicoli.

Decisiva, però, fu senza dubbio, per la sua crescita umana e spirituale, l’incontro con la famiglia paolina, fondata dal Beato giacomo Alberione e, in particolare, con Don Stefano Lamera, ardente apostolo della santità sacerdotale, con cui diede vita all’Associazione “Ancilla Domini”, per cura e assistenza spirituale e materiale dei sacerdoti.  Questa associazione laicale, ispirata agli insegnamenti sulla donna associata allo zelo sacerdotale, del fondatore della stessa famiglia paolina, fu approvata dal Vescovo di Trieste Eugenio Ravignani il 1 giugno 1997.

In questo nuovo compito, Amalia profuse, senza risparmio, le sue grandi doti di mente e di cuore. Il sacerdote era davvero per lei “Alter Christus”, per il quale pregare ed offrire letteralmente la vita. Certamente Amalia ricordava l’esempio di S. Teresa di Gesù Bambino, che in una lettera a sua sorella Celina  scrisse: “Sento che Gesù chiede a noi due di calmare la sua sete dandogli anime, soprattutto anime di sacerdoti; Celina, preghiamo per i sacerdoti, sì, preghiamo per loro! Consacriamo a loro le nostre vite!Dobbiamo formare quest’anno molti sacerdoti che sappiano amare Gesù! Celina carissima, ciò che devo dirti è sempre la stessa cosa: preghiamo per i sacerdoti”. La santa diceva che era entrata nel Carmelo “per salvare anime e soprattutto per pregare per i sacerdoti”.

Anche Amalia per i sacerdoti pregava, di giorno e di notte…

Per loro preparava da mangiare, li visitava quando erano malati, offriva una fattiva r costante collaborazione in tutte le iniziative di apostolato, faceva penitenza e faceva celebrare SS. Messe quando il Signore li chiamava a sé. Era per loro una vera madre, la collaboratrice che tutti vorrebbero avere in parrocchia, la consigliera saggia che sapeva giudicare, con la luce di Dio, persone ed avvenimenti.

Non bisogna però credere che Amalia fosse una persona triste e poco socievole, al contrario, aveva sempre la battuta pronta, in grado di smorzare situazioni di tensione o di imbarazzo, e di ristabilire un clima sereno e costruttivo. La sua intelligenza acuta era sempre aperta alla relazione con l’altro, all’amicizia sincera e disinteressata, all’attenzione che sapeva intuire e prevenire, con premura, le necessità dei fratelli.

La sua singolare testimonianza di totale corrispondenza alla Grazia e di amore appassionato alla Chiesa e ai sacerdoti, non può essere dimenticata, merita di essere conosciuta, per la gloria di Dio e l’edificazione della Chiesa. In questo anno in cui la Diocesi d’Ogliastra festeggia e celebra i 200 anni dalla sua fondazione, sono convinto che uno dei frutti più belli della nostra santa e amata Chiesa sia proprio la vita totalmente donata di Amalia Usai.

 Nel suo feretro ho voluto deporre una stola e un purificatoio, in segno di gratitudine, a nome di tutti i sacerdoti, per cui lei si è offerta senza risparmio, come una vera madre, perché come scrive P. Francisco Javier de Igarzàbal, sacerdote dell’istituto del Verbo Incarnato: “Quando un sacerdote viene ordinato, il vescovo unge le sue mani con il santo crisma a dimostrazione della sua particolare partecipazione al sacerdozio di Cristo. in seguito queste mani unte con il santo crisma vengono pulite con un purificatoio fatto con un tessuto di lino che viene offerto alla madre del nuovo sacerdote. La madre del sacerdote deve conservare questo purificatoio fino al giorno della sua morte per poi essere seppellita con esso. Secondo questa antica tradizione, quando la madre si presenterà davanti al tribunale divino e Cristo la interrogherà dicendo:”Ti ho dato la vita. tu che cosa mi hai dato?”, lei presenterà il purificatoio e dirà: “Ti ho dato mio figlio come sacerdote”. E per questo Cristo avrà particolare misericordia verso di lei”.

Il Giorno delle sue esequie abbiamo pregato, al termine della liturgia, le consuete invocazioni: “Venite Santi di Dio, accorrete Angeli del Signore, accogliete la sua anima e presentatela al trono dell’Altissimo!”.

E lei, carissima Signorina Amalia, davanti a quel trono di Grazia e di Misericordia, si ricordi dei suoi cari e amatissimi figli sacerdoti!

Siamo sicuri che lo farà, perché lei è una persona che tiene fede alle sue promesse.