Grande convergenza per un documento approvato con soli 10 voti contrari. Sui diversi capitoli, però, trova ancora resistenza l’accesso delle donne ad alcuni ministeri e la questione del matrimonio per i sacerdoti

Il Papa è seduto in mezzo agli altri e ascolta il saluto del presidente delegato. Poi saluta lui stesso ricordando che «il protagonista di questo Sinodo è lo Spirito santo» e raccomandando di portare con se «il testo di san Basilio che ci è stato preparato».  Prima della preghiera ringrazia i membri della segreteria e anche quelli che «sono qui dietro e ci hanno accompagnato». L’assemblea ha appena finito di votare il documento di sintesi di questa tappa del Sinodo che, subito dopo viene presentata alla stampa. Documento approvato, complessivamente con 336 si e 10 no.

«Stiamo cercando di vivere il Vangelo e nessuno può sentirsi escluso, non accettato nella sua casa», ha sottolineato presentando il documento il cardinale Mario Grech. «Una esperienza che ha cambiato le persone», ha aggiunto dal canto suo il cardinale Hollerich

Il testo è diviso in tre parti: la prima delinea “Il volto della Chiesa sinodale”, la seconda “Tutti discepoli, tutti missionari”, tratta di tutti coloro che sono coinvolti nella vita e nella missione della Chiesa e delle loro relazioni. Infine la terza “Tessere legami, costruire comunità”.

Ogni  capitolo raccoglie le convergenze, le questioni da affrontare e le proposte emerse dal dialogo. Tra i punti meno condivisi (69 voti contrari) il paragrafo sulle questioni da affrontare che riguarda l’accesso delle donne al ministero diaconale. «Alcuni considerano che questo passo sarebbe inaccettabile in quanto in discontinuitò con la Tradizione», si legge al capitolo 9 paragrafo j, «per altri, invece, concedere alle donne l’accesso al diaconato ripristinerebbe una pratica della Chiesa delle origini. Altri ancora discernono in questo passo una risposta appropriata e necessaria ai segni dei tempi, fedele alla Tradizione e capace di trovare eco nel cuore di molti che cercano una rinnovata vitalità ed energia nella Chiesa. Alcuni esprimono il timore che questa richiesta sia espressione di una pericolosa confusione antropologica,

accogliendo la quale la Chiesa si allineerebbe allo spirito del tempo». E ancora, alla lettera n, in 67 sono contrari a che «si prosegua la ricerca teologica e pastorale sull’accesso delle donne al diaconato, giovandosi dei risultati delle commissioni appositamente istituite dal Santo Padre e delle ricerche teologiche, storiche ed esegetiche giα effettuate. Se possibile, i risultati dovrebbero essere presentati alla prossima Sessione dell’Assemblea». Difficoltà ci sono anche per il ministero del diaconato in sé  In 61 si sono detti contrari al paragrafo che chiede di approfondire «sotto il profilo teologico l’esigenza di comprendere il diaconato anzitutto in se stesso, e non solo come una tappa di accesso al presbiterato. Lo stesso uso linguistico di qualificare come “permanente” la forma primaria di diaconato, per distinguerla da quella “transitoria”, è la spia di un cambio di prospettiva non ancora adeguatamente realizzato»

Insieme con la questione del diaconato un altro punto meno condiviso è stato quello sul celibato dei preti. «La votazione conferma che sono punti aperti, che la discussione, la riflessione e l’approfondimento sono in corso», ha commentato il cardinale Grech, segretario generale del Sinodo, mentre il relatore generale, il cardinale Jean-Claude Hollerich ha aggiunto: «Era chiaro che alcuni temi avrebbero incontrato una maggiore opposizione. Anzi, sono sorpreso che molti hanno votato a favore, significa che le resistenze non sono tanto grandi quanto pensavamo».