Il ricordo del missionario laico, uno degli interpreti contemporanei più cristallini e credibili dell’amore di Dio per gli ultimi

A Fratel Biagio Conte, di cui ricorre un anno dalla morte avvenuta il 12 gennaio 2023 è stato dato “il triplice dono di vivere da povero, di vivere con i poveri e di vivere per i poveri, qui a Palermo, la città che gli ha dato i natali e dove è tornato dopo aver deciso, come Francesco d’Assisi, di abbandonare la casa di suo padre ed ogni possesso terreno”. Sono le parole sentite con cui monsignor Corrado Lorefice arcivescovo di Palermo ha scritto e espresso, in una cattedrale gremita, alla presentazione del libro “Ti posso chiamare Fratello”, di Alessandra Turrisi e Roberto Puglisi, pubblicato dalla San Paolo Edizioni. Un anno in cui ritornano alla memoria emozioni, sentimenti verso quest’uomo che non si è risparmiato per restituire dignità a ogni essere umano.

Lo ricordiamo con i suoi occhi celesti, lo sguardo sorridente, vestito con un saio verde e ai piedi dei sandali consumati, la cui testimonianza ci aiuta a cogliere il senso della vita, di sé stessi, di Dio. Risuonano nelle orecchie le sue parole di saluto “Pace e speranza” con cui ci ricordava solo “La via della pace può salvarci”. Nel cuore e nella preghiera, Biagio è presente. Nella malattia affrontata con fede, ha sempre e solo spronato a preoccuparsi dei poveri, degli emarginati, “Non possiamo rimanere inermi”, ripeteva spesso, “e fare gli spettatori, sentire i notiziari e guardare le continue ingiustizie che si perpetuano e si moltiplicano nei vari Paesi, nelle città o appena giri l’angolo”. Parole chiare, forti: “una società che non attenziona i poveri, prima o poi cade nell’impoverimento materiale e spirituale”.

Il suo viaggiare per l’Italia, l’Europa, con la croce sulle spalle, non era altro che incontrare la gente di villaggi e città per richiamare il senso della vita.  Chi scrive ricorda che ne maggio 2016, Famiglia Cristiana dedicò la copertina con “Il pastore e il missionario laico che ha scelto per compagni di viaggio migliaia di poveri. Entrambi sorridenti” che ritraeva la foto di Biagio Conte con monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, durante uno dei loro incontri per rimandare alla storia del fondatore della Missione Speranza e Carità. 

Si stava vivendo Il Giubileo straordinario della misericordia, iniziato il 29 novembre 2015 e destinato a concludersi il 20 novembre 2016. Biagio Conte era uno degli interpreti contemporanei più cristallini e credibili dell’amore di Dio per gli ultimi. L’accorrere di circa diecimila persone al suo funerale, in cattedrale, fu dirompente. Un esempio perfettamente attuale. Ancora oggi che fratel Biagio non c’è più. Non è retorica dire che fratel Biagio nella vita di Palermo, della Sicilia è presente, vivo. La sua testimonianza sprona la Missione di Speranza e Carità, sprona ogni “cittadino” (parola cara a fratel Biagio), ad andare avanti, a costruire una società che consideri ogni persona preziosa.