Si parla spesso del Novecento come “secolo del martirio”, anche per l’input che san Giovanni Paolo II diede alla riflessione sul tema con l’istituzione nel 1999 della commissione sui “nuovi martiri” presso i locali della Basilica di San Bartolomeo sull’Isola Tiberina, oggi vero e proprio Santuario dedicato nuovi martiri. Nell’albo di coloro che hanno versato il sangue per Cristo nel XX secolo da ieri entrano altri sedici nomi, contenuti nei decreti di cui il Papa ha autorizzato la promulgazione ricevendo in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi. Si tratta di padre Max Josef Metzger, sacerdote diocesano tedesco, nato nel 1887, fondatore dell’Istituto Secolare Societas Christi Regis, impegnato nel movimento per la pace, arrestato dalla Gestapo nel giugno del 1943, condannato a morte e quindi ucciso nell’aprile del 1944 (ne diamo conto anche nell’altro articolo in pagina). Poi le polacche suor Maria Krzysztofa Klomfass (1903-1945) e 14 consorelle della Congregazione delle Suore di Santa Caterina, uccise tra il gennaio e il giugno del 1945 dai soldati dell’Armata Rossa dopo che questa entrò nel territorio della Prussia orientale (alcune furono deportate e trovarono la morte nei campi di prigionia in Unione Sovietica). Diverse di loro, tra cui suor Klomfass, furono violentate prima di essere uccise.
Nei decreti promulgati ieri sono annunciati anche tre prossimi beati, di cui è stato riconosciuta l’intercessione per una guarigione miracolosa. Si tratta del libanese Stefano Douayhy (1630-1704), che fu patriarca di Antiochia dei Maroniti; dello spagnolo José Torres Padilla (1811-1878), sacerdote diocesano, che a Siviglia ebbe fama di santità (era popolarmente chiamato il “Santero”) e fu direttore spirituale di diverse monache anche loro in odore di santità, tra cui suor Ángela de la Cruz , canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2003. Con lei fondò l’Istituto delle Suore della Croce, congregazione radicata in Andalusia ma diffusa in tutta la Spagna e ancora oggi ricca di vocazioni; poi Camille Costa de Beauregard (1841-1910), sacerdote diocesano francese, che a Chambery si prodigò per gli orfani.