Francesco conclude il ciclo di catechesi sulle virtù teologali e spiega che la speranza, insieme con la pazienza, ci toglie dalla disperazione e dà un senso alla nostra vita

Senza la Speranza la vita diventa inutile anche se si ha fede. Papa Francesco conclude il ciclo di catechesi sulle virtù teologali e ricorda che parole dell’apostolo Paolo: «Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini». Francesco sottolinea che «è come se dicesse: se credi nella risurrezione di Cristo, allora sai con certezza che nessuna sconfitta e nessuna morte è per sempre. Ma se non credi nella risurrezione di Cristo, allora tutto diventa vuoto, perfino la predicazione degli Apostoli. Tutto diventa vuoto».

Senza la speranza la vita diventa triste e disperata .«Se non c’è un senso al viaggio della vita, se all’inizio e alla fine c’è il nulla, allora ci domandiamo perché mai dovremmo camminare: da qui nasce la disperazione dell’uomo, la sensazione della inutilità di tutto. E molti potrebbero ribellarsi: “Mi sono sforzato di essere virtuoso, di essere prudente, giusto, forte, temperante. Sono stato anche un uomo o una donna di fede… A che cosa è servito il mio combattimento se tutto finisce qui?”», dice Francesco. «Se manca la speranza, tutte le altre virtù rischiano di sgretolarsi e di finire in cenere. Se non esistesse un domani affidabile, un orizzonte luminoso, non resterebbe che concludere che la virtù sia una fatica inutile».

Eppure, anche se ne abbiamo bisogno, spesso pecchiamo contro la speranza: «Nelle nostre cattive nostalgie, nelle nostre malinconie, quando pensiamo che le felicità del passato siano sepolte per sempre. Pecchiamo contro la speranza quando ci abbattiamo davanti ai nostri peccati, dimenticando che Dio è misericordioso ed è più grande del nostro cuore. E non dimentichiamo questo, fratelli e sorelle: Dio perdona tutto, Dio perdona sempre, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Ma non dimentichiamo questa verità: Dio perdona tutto, Dio perdona sempre. Pecchiamo contro la speranza quando in noi l’autunno cancella la primavera; quando l’amore di Dio cessa di essere un fuoco eterno e non abbiamo il coraggio di prendere decisioni che ci impegnano per tutta la vita».

Non solo noi, ma il mondo ha bisogno di speranza, così come «ha bisogno della pazienza una virtù che cammina a stretto contatto con la speranza. Gli uomini pazienti sono tessitori di bene. Desiderano ostinatamente la pace, e anche se alcuni hanno fretta e vorrebbero tutto e subito, la pazienza ha la capacità dell’attesa. Anche quando intorno a sé molti hanno ceduto alla disillusione, chi è animato dalla speranza ed è paziente è in grado di attraversare le notti più buie. Speranza e pazienza vanno insieme».

E la speranza ci aiuta anche a tenere il cuore giovane: «E qui non conta l’età anagrafica», spiega il Pontefice, «perché ci sono anche vecchi con gli occhi pieni di luce, che vivono una tensione permanente verso il futuro. Pensiamo a quei due grandi vecchi del Vangelo, Simeone e Anna: non si stancarono mai di attendere e videro l’ultimo tratto del loro cammino benedetto dall’incontro con il Messia, che riconobbero in Gesù, portato al Tempio dai suoi genitori. Che grazia se fosse così per tutti noi! Se dopo un lungo peregrinare, deponendo bisaccia e bastone, il nostro cuore si colmasse di una gioia mai provata prima e anche noi potessimo esclamare: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce per rivelarti alle genti / e gloria del tuo popolo, Israele”».

E allora, conclude il Papa «chiediamo la grazia di avere la speranza. La speranza con la pazienza, sempre guardare quell’incontro definitivo, sempre guardare che il Signore è sempre vicino a noi, che mai mai la morte sarà vittoriosa, andiamo avanti e chiediamo al Signore che ci dia questa grande virtù della speranza accompagnata dalla pazienza».