Mi diceva, l’altro giorno, uno: “Ma chissà cosa resterà del cristianesimo…”

Era uno scrittore; e gli ho risposto: “Guardi, sa qual’è il punto più silenzioso dell’universo?

Il punto più silenzioso dell’universo non è la notte, perché anche di notte c’è qualche usignolo che canta; non è la selva, perché anche nel cuore della selva circola sempre qualche rumore, qualche scricchiolio; non è certamente nelle città deserte perché c’è sempre qualche sasso che scivola dentro le rovine: il punto più silenzioso dell’universo è un tabernacolo, è un Cristo che tace, un Cristo che fa sempre silenzio. È il punto più piccolo dell’universo.” Ecco, questa è l’immagine vera del cristianesimo: Dio che scompare, Dio che entra e che tace; che entra negli eventi, che entra nella storia.

È la sintesi vera di tutta la vita di Dio e degli uomini. Perché il cristianesimo è un po’ di lievito che mescola tutta la farina sì che la farina fermenta. Il regno dei cieli è simile a un chicco di grano che marcisce sotto terra, nell’oscurità. Il regno dei cieli è simile a una perla nascosta. E intanto i valori permeano e plasmano tutto. Questo, questo sarà il futuro del cristianesimo. Infatti, non per niente è il Cristo un verbo che si incarna.

E meno fastosità e meno apparenze ci sono, e più è vero. Ecco. Perché poi, tra le altre cose non è soltanto ciò che Cristo è, ma ciò che Cristo significa. Quando Gandhi è stato interrogato e gli hanno chiesto: “Ma lei, da chi ha imparato queste cose? “ – appunto parlando di giustizia, di uguaglianza e di pace – lui ha risposto:” Da Gesù Cristo.” Ecco come Cristo cammina.