Il 24 febbraio 2022 è un giorno che rimarrà a lungo nella nostra memoria. Un anno fa è iniziata la guerra in Ucraina. Ricordo bene la telefonata, che ho ricevuto dal nostro collaboratore Vasyl. Mi stavo preparando per la Messa del mattino e lui mi chiese se sapevo che era scoppiata la guerra.
Quel giorno celebravo la Messa per la prima volta dal formulario: “Il tempo di guerra”.
Come la comunità paolina, quello stesso giorno abbiamo deciso di rimanere in Ucraina, nonostante l’ambasciata polacca avesse offerto a tutti noi i cittadini polacchi un’evacuazione. Non potevamo come i religiosi, lasciare le persone con cui viviamo e lavoriamo quotidianamente.
Cosa cosa è successo in questi ultimi 12 mesi di guerra? Come la nostra vita si è cambiata e come siamo cambiati noi stessi?
Nel primo mese di guerra, accanto alla nostra casa religiosa di Leopoli è stato allestito su un prato che prima di guerra si chiamava “Campo di Marte”, un cimitero militare temporaneo. Vi sono sepolti i caduti di Leopoli. All’inizio erano pochi. Ma poi ogni mese il loro numero è aumentato. Dalle finestre della nostra casa possiamo quasi quotidianamente sentire le preghiere e i saluti che accompagnano i funerali.
Abbiamo assistito a un grande esodo di rifugiati che dalle zone bombardate dell’Ucraina orientale si sono spostati verso l’ovest del Paese e all’estero. Erano circa 3 milioni. Molti sono rimasti anche nella nostra città. Abbiamo organizzato gli aiuti umanitari e alcuni di loro anche hanno trovato per qualche giorno il suo rifuggio nella nostra casa.
Dopo alcune settimante di guerra, abbiamo scoperto che dobbiamo come religiosi dare alle persone non solo il cibo, la medicina e l’abbiliamento, ma anche quello che dia loro la speranza. Cosi, già nel secondo mese di guerra abbiamo pubblicato il primo libro. Fortunatamente abbiamo trovato la carta! In questo anno abbiamo stampato tantissime pagine della Parola di Dio, che sono stati spediti con gli auiti umanitari nelle zone dei bombardamenti, dove non c’e’ elettricita’. Ecco la parola di speranza! Ma anche la Parola che salva la vita. Come e’ testimoniato il soldato ucraino Yuri Bovt, che era sotto il fuoco russo. Uno dei proiettili, che avrebbe potuto essergli fatale, si è fermato al centro del libro del Vangelo 2022, che abbiamo stampato.
Continuiamo la nostra missione di presenza. Il ministero della preghiera e dell’accompagnamento delle persone è molto importante. Incontriamo i rifugiati, i poveri delle città. La testimonianza di un religioso e poi di un straniero (tutti tre siamo stranieri) che rimasto in mezzo la guera è molto importante.
Molto spesso ricordiamo le parole del nostro Fondatore, il Beato Giacomo Alberione, che nei tempi difficili della Seconda Guerra Mondiale confidava nella Provvidenza Divina e affidava i paolini e le paoline. Come ci dicono le testimonianze storiche, nessuno dei membri della Famiglia Paolina è stato ucciso dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale.
La guerra ci ha cambiato il nostro scuardo, ma non ci ha distrutto. Le condizioni difficili sono sempre un’opportunità di crescita spirituale e di ricostruzione delle relazioni interpersonali. Un anno di guerra è per molti di noi un momento di verifica della nostra fedeltà agli ideali per i quali abbiamo sacrificato la nostra vita.
Siamo grati alla Famiglia di San Paolo in tutto il mondo. Abbiamo ricevuto da voi molte preghiere e sostegno materiale. È una grande testimonianza del fatto che, indipendentemente dalla posizione geografica e dalla nazionalità, ci sentiamo figli e figlie spirituali di San Paolo Apostolo e del Beato Giacomo Alberione.