Alessandro Serenelli il 5 luglio 1902 uccise Maria Goretti, perché si opponeva alla sua passione per lei.

Prima di spirare, Maria gli offrì il suo perdono, dicendo:
“Si, lo perdono! E lo voglio con me in paradiso”.
Alessandro fu condannato a trenta anni di carcere. Al processo era presente anche Assunta, la mamma di Maria. Interrogata, anche lei dichiarò di voler perdonare l’assassino della figlia.
Nell’aula si sollevò un brusio tra lo stupore e l’indignazione. Ma Assunta affrontò il momento e affermò:
“Anche Gesù ha perdonato i suoi assassini”.
Durante il quarto anno di reclusione, Alessandro ebbe una strana visione, che diede inizio alla sua conversione:
“Idee violente di disperazione mi turbavano la mente, quando una notte faccio un sogno: vedo davanti a me un giardino tutto di fiori bianchi e gigli e vedo scendere Marietta bellissima, la quale, man mano che coglie i gigli, me li presenta e mi dice: “Prendi” e mi sorride come un angelo. Io accetto quei gigli fino ad averne le braccia piene”.
Inizia per Alessandro un cammino di redenzione che lo porterà alla totale conversione. Una cosa desidera con tutto il cuore: avere l’abbraccio di mamma Assunta. Dopo la sua uscita dal carcere, si recò a Corinaldo dove poté incontrare la donna. Alessandro è stato letteralmente ricostruito dal perdono.
Ha lasciato un piccolo testamento:
“Sono vecchio. Riconosco che nella mia giovinezza presi la via del male, che mi condusse alla rovina. A vent’anni commisi un delitto passionale del quale oggi inorridisco. Maria Goretti fu l’angelo buono che la Provvidenza mi mise avanti. Ho impresse nel cuore le parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me suo uccisore. Seguirono trent’anni di prigione. Espiai la colpa. Con l’aiuto di Maria cercai di comportarmi bene. Ora aspetto sereno il momento di essere ammesso alla visione di Dio, di essere vicino al mio angelo protettore.